Daniele Baroni

Il primo ospite che viene accolto dal blog è
DANIELE BARONI:
Dottore magistrale in Teorie filosofiche, insegnante di sostegno e tutor di storia e filosofia antica e medievale.
Esperto in  Filosofia Teoretica, Filosofia Morale, Filosofia della Scienza (incentrata soprattutto sulla storia delle teorie della psicanalisi), Epistemologia e Geofilosofia laureato con tesi su temi concernenti la teologia, il folclore europeo e la storia del pensiero scientifico in un arco di tempo che va dall’antichità al primo rinascimento.

A Daniele la direzione ha fatto una richiesta particolare. Quella di parlare della Libertà, tema da sempre caro ai filosofi, ma anche abbastanza delicato. L'idea di partenza è questo discorso di Pericle sulla democrazia. Libertà e democrazia, libertà è democrazia, libertà o democrazia. Questa è la provocazione.
Riporto l'estratto di Pericle e lascio le parole di Daniele come spunto di riflessione.

Discorso agli Ateniesi (Pericle 461 a.c.)
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo
viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di
altri,chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una
ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non
siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle
proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni
ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.

Vorrei iniziare con una domanda da dialogo socratico: “Che cos’è la libertà?”.
Bene, verrebbe da rispondere che la libertà è “fare tutto ciò che si vuole” ma quella è anarchia pura e semplice, e nell’anarchia non c’è alcun tipo di libertà. Nell’anarchia non si può fare altro che fare ciò che si vuole, non c’è alternativa, si è costretti a essere anarchici e se c’è costrizione vien da sé che non c’è libertà.
Come disse Kant: “Non si comanda a chi non è libero”; infatti, data una legge o un comandamento, posso scegliere se seguirlo oppure no. Ecco allora che cos’è la libertà, la libertà è  possibilità di scelta, il poter scegliere liberamente, la qual cosa non sarebbe possibile senza un punto di partenza dato da una legge sociale o morale che sia. Libertà però non è solo questo, ovvero “poter scegliere”, essa implica anche una certa responsabilità: io che scelgo di seguire o meno un comandamento devo sapere anche quali saranno le conseguenze della mia scelta sia che vada per un verso o per l’altro. Non si può, dunque, scegliere a cuor leggero, la scelta deve essere una buona scelta, buona nel senso ateniese del termine cioè virtuosa. Scegliere di seguire le leggi ateniesi non vuol dire solamente vivere da cittadino ateniese ma da buon cittadino, la legge ateniese non ammette l’esistenza di alcun tipo di cittadino se non quello che decide di accoglierla facendo propri gli usi e i costumi che essa definisce.
Tornando a un discorso più teoretico, la nostra libertà di scelta è libertà di seguire la retta via; infatti l’uomo per natura e necessariamente persegue la propria felicità, ogni scelta che compiamo è finalizzata allo “stare meglio”, al nostro miglioramento. Anche, ad esempio, chi sceglie di diventare un criminale pensa in realtà che quella sia la via più giusta da seguire. Ciò non vuol dire che questa sia “la” giusta via da seguire, infatti intuitivamente sappiamo che rubare e uccidere è sbagliato; nonostante questa conoscenza intuitiva esistono però ladri e assassini. La libertà dunque, oltre a essere libertà di scelta e responsabilità di scelta, è anche conoscenza del giusto fine, capacità di discernere il giusto e il bene da ciò che non lo è. Non è affatto facile scegliere liberamente il giusto e il bene, la storia e il nostro quotidiano ci insegnano che gli uomini spesso scelgono l’esatto contrario; questo perché? Perché è la natura umana, ci viene naturale scegliere la via più facile che sempre coincide con quella sbagliata. Le scelte, le decisioni più giuste sono sempre quelle più difficili; fare la cosa giusta implica un sacrificio, uno sforzo. Se scegliere il giusto non implicasse uno sforzo, dove starebbe il merito? Se non potessimo fare altro che fare semplicemente e naturalmente la scelta giusta non saremmo liberi né tanto meno virtuosi. La libertà è quindi un grande potere di scelta, che implica una grossa responsabilità e un’importante conoscenza.
“Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” [Ben Parker]
Daniele Baroni

 

10 commenti:

  1. Non sono d'accordo su un punto come è stata descritta l'Anarchia, e di come quando si parli di anarchia si continui a viaggiare per luoghi comuni.
    La libertà nasce dallo spirito, la libertà la si coltiva attraverso una cultura umanitaria uno per tutti e tutto per uno, Anarchia non è fare tutto quello che si vuole per partito preso, anarchia non è egoismo e mancanza di rispetto.
    Sono stanca di come il termine anarchia venga sempre utilizzato con ignoranza, come dispreggiativo, e sempre gli vengano attribuite azioni brutali ed egoistiche,l'uomo ha sempre avuto bisogno di un sistema, di uno stato, di miti e guru,e la libertà ha sempre fatto paura.

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  2. Cara Carolina, innanzitutto ti ringrazio per aver letto il mio articolo/pensiero e per averlo commentato.
    Il termine anarchia l'ho preso nel suo primo significato,nella sua definizione da vocabolario ovvero "assenza di potere" che mi è tornata utile per sviluppare il mio pensiero. Non era mia intenzione parlare di anarchia intesa in un ambito sociale e politico più ampio come, mi sembra di capire, lo intendi tu. Dico solo che, secondo me, l'anarchia, presentata come assenza di potere, semplicemente non esiste, dal momento che un anarchico sceglierebbe di seguire le proprie regole le quali sarebbero una forma di potere seppur autoimposto. Volenti o nolenti seguiamo sempre delle regole, che siano le nostre o di altri. La libertà consiste nella scelta di quali seguire.

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    1. Io vorrei precisare che non ho nulla con la sua persona, ma non mi è piaciuto il portare ad esempio l'anarchia.
      Vorrei poterle parlare di più dell'anarchia e vorrei che di più se ne parlasse, non è quella brutta bestia che tutti credono.
      Comunque in tempi lontani sono esistete le società gilaniche che vivevano in uno stato di anarchia, senza scompensi e caos fu proprio l'ordinamento di una gerachia, la prepotenze e il predominio di popoli esterni a distruggerli.
      L'anarchico vive la sua vita e lascia vivere la vita, non impone nulla.
      Vorrei solo che quando si parla di anarchia si sappia di cosa si parla,tutto qua!

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    2. Mi permetto di intervenire soltanto per ricordare che ciò che viene scritto in questo blog, da me o chi per me come Daniele in questo caso, é volto alla produzione di pensiero. É bene che vengano fuori commenti ed idee (in quanto questo é lo scopo del nostro trovarci qui). Chi parla é stato individuato da me perché capace di stimolare il pensiero e le idee di tutti seguendo ciò che é stata la mia richiesta e che é comunque riportata nella presentazione dell'articolo. L'intento é provocare. Il mantenere la genericità é d'obbligo quando si affrontano temi impossibili da trattare in maniera completa come la libertà o quelli che vengono trattati in queste pagine. La mia richiesta é quella di prendere come positiva provocazione quello che viene scritto da chiunque e come punto da cui partire per regalare a tutti i lettori la nostra idea. Carolina, ti ringrazio di cuore per la bontà che metti in ogni parola che scrivi su questo blog. Continua a seguirci e a scriverci.

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  3. Parzialmente d'accordo, come già sai: purtroppo gli esempi pratici secondo me hanno dimostrato che non è poi così innato scegliere il giusto/bene (al di fuori del proprio e dell'immediato, ovviamente).
    Ma soprattutto: scelgo il bene perché è mio superiore istinto morale farlo, o perché, scegliendo il bene, ne traggo benefici/scegliendo il male ho paura di una punizione, insomma: scelgo per virtù o per calcolo delle conseguenze?
    Anche se, pensando al quotidiano, essere in grado di calcolare le conseguenze possibili delle proprie azioni e quindi orientare le proprie scelte (e quindi ancora assumersene le responsabilità), sarebbe qualcosa di molto virtuoso che si vede troppo raramente!

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    1. Quello che manca all'essere umano è la capacità di controllo. Quello che ci fa pendere da una parte o da un'altra è l'istinto di sopravvivenza. Questo ci porta a scegliere bene o male (secondo me diventa esattamente uguale in determinate situazioni) semplicemente per necessità di quel momento preciso in cui si sceglie. Manca all'essere umano la capacità di riuscire a fare ciò di più giusto (date voi significato a questa parola) nel modo più semplice. Questa frase è soggetta all'interpretazione ed al valore della parola "giusto", mi rendo conto, ma credo si possa fare un discorso di questo genere senza scendere nella morale e scontrarsi col libero arbitrio.
      Alla tua domanda risponderei: non scelgo il bene, ma quello che mi fa stare bene, analizzandone le conseguenze, certe volte preventivamente, certe volte soltando in seguito, nella speranza di essere quanto più virtuoso possibile.

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  4. Io penso che per parlare di libertà sevono molte parole, penso che per parlare di umanità servono molto parole, penso che parlarne qui se ne parla per sommi capi e mai in modo completo.
    Il bene e il male sono entrambi insiti nella nostra natura, l'uno serve alla comprensione dell'altro.
    Il Tao ben insegna che non vi deve essere legge o norma, per fare discernimento fra ciò che è bene e ciò che è male, la cura,la pazienza, l'amore...autoregolano ciò che è meglio per tutti.
    A nulla servono le buoni azioni per salvarsi dall'inferno ma solo quelle dettate dal proprio sè.
    L'uomo ha ancora molti passi da fare...

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  5. Ancora una volta grazie a tutti per aver letto e commentato. Di cuore, davvero.
    Ripeto che anarchia l'ho intesa nella sua prima, più nuda e cruda definizione cioè "assenza di potere, imposizione".
    Non intendevo analizzarla nella sua forma sociale e politica. Il ragionamento è puramente teoretico, i concetti vengono presi in senso assoluto, se preferiamo in "generale" platonicamente parlando.

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  6. Daniele,posso darti del tu?
    Il punto è stato proprio questo, non è tanto avere dato al termine anarchia il suo significato scevri da leader, potere e imposizioni, ma quanto di averla usata come esempio con un accezione di significato ovvero significato negativo con cui da sempre i poteri forti cercano di negare all'individuo ogni libertà, e la possibilità di autogestirsiri, convincendo la massa che senza un capo, uno stato o chichessia non saranno mai in grado di badare a se stessi, e in un periodo caotico e critico come quello che stiamo vivendo è ancor di più è essenziale la chiarezza e attribuire il giusto significato alle cose.Tutto qua.

    Io l'avrei vista meglio cosi
    Che cos’è la libertà?
    Libertà non è “fare tutto ciò che si vuole” libertà non significa necessariamente mettere le proprie esigenze al di sopra degli altri, libertà è sopratutto essere scevri da un io egoistico e materialistico.
    Libertà è esprimersi,è fare maturare un prorio talento,perseguire i propri desideri,libertà è uguaglianza, libertà è un molteplice mondo che si impara strada facendo.

    Nota:
    "Nell’anarchia non si può fare altro che fare ciò che si vuole"
    Sbagliato non esiste sistema al mondo nè nell'universo dove si può fare tutto quel che si vuol solo per il piacere di farlo così anche nell'anarchia.Vi sono regole del vivere universali.

    "si è costretti a essere anarchici e se c’è costrizione vien da sé che non c’è libertà"
    Se c'è costrizione non stiamo parlando più di anarchia e questo va da sé.

    Comunque grazie Daniele della possibilità di dialogo.


    Sicuramente Stefano continuerò a seguirvi, il bello di tutto è liberare le nostre idee e confrontarle.

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  7. Dovete darmi del tu! ;)
    Cara Carola, sulla definizione di libertà sono completamente d'accordo con te. Io la intendo, in origine, come atto decisionale. Se sei libero di fare qualcosa è perché in origine scegli di farlo, e questa scelta è essa stessa libera e non imposta se non dal tuo stesso io o "per coscienza". Il problema è saper fare la scelta giusta. Come dici tu ci sono dei valori universali positivi che però bisogna decidere di seguire. LA scelta libera deve essere orientata verso il giusto e penso che questo non sia facile senza un'alternativa peggiore da scartare che comunque permette l'atto decisionale originario risultando dunque necessaria. Se non si potesse far altro che scegliere il giusto, non ci sarebbe libertà di scelta. E' la possibilità di orientare la tua scelta liberamente che ti definisce libero. Certo, sarebbe bello un mondo dove tutti sono virtuosi e compiono sempre la scelta giusta, ma si cadrebbe nel paradosso "se tutti sono virtuosi allora non lo è nessuno" perché non ci sarebbe un termine di paragone non virtuoso sul quale definire la virtù. La libertà è libertà dell'individuo, quasi mai, purtroppo, per l'individuo.

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